Cascina Vignazza Borgo San Siro Pavia
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Cascina Vignazza Borgo San Siro Pavia

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Cascina Vignazza, in stato di abbandono, è ubicata in adiacenza del nucleo di Molini dell’Ospedale, ed è accessibile dalla Strada Provinciale SP3 percorrendo prima il ponte sulla roggia Castellana e poi la strada interpoderale in terra battuta che la attraversa e prosegue all'interno del Parco Naturale collegando altre cascine e nuclei rurali, tra i quali il più vicino e consistente denominato Molino d’Isella, in territorio di Gambolo', noto per la presenza della ex casa di caccia "Villa Necchi".

L’area di pertinenza dei fabbricati della cascina, di proprietà dell’Ente Ospedaliero Policlinico San Matteo di Pavia, ha una superficie territoriale di circa ha 1.90.90.


L’impianto originario del nucleo cascinale, costruito ex-novo nel 1901, è ancora leggibile, nonostante gli edifici siano in condizione di ruderi e rappresenta un significativo esempio della tipologia a corte chiusa.

Nel nucleo principale sono distribuiti attorno alla corte quattro gruppi di edifici: sul lato Sud (con l’esposizione migliore) la Casa padronale su due piani; sul lato Est le abitazione dei salariati su due piani, con sviluppo ad “L”, formano una corte più piccola aperta verso Sud-Est; sul lato Nord i due grandi edifici delle stalle, senza copertura e quasi completamente distrutti, con una classica tipologia in linea orientata Est – Ovest; sul lato Ovest, a chiusura dell’intera corte, sono localizzati in un solo edificio lineare i magazzini e i depositi, anch'essi ormai quasi completamente diroccati,

Al centro della corte principale è situato un esempio di “abbeveratoio a guado” (diviso in due parti, una più bassa dove gli animali immergono le zampe, e una più alta, per l'abbeveramento, realizzato in cemento e alimentato da un pozzo artesiano ancora efficiente; la "fontana", come viene comunemente chiamata, risulta ben conservata.



All’esterno della corte chiusa, a Sud della casa padronale e da questa separata da un’ampia aia, è ubicato un edificio in linea, con pilastri in muratura a vista e copertura in coppi, che risulta composto di due parti: un portico e un magazzino.

L’edificio, adibito a dormitorio delle mondariso, con adiacente essiccatoio, durante la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzato dai tedeschi occupanti come campo per prigionieri di guerra. I soldati inglesi, che vi alloggiavano, avevano il compito di aiutare le mondariso nel lavoro dei campi. Questo momento storico è stato ricordato nell'anno 2005, dopo che un ex soldato inglese, Desmond Jones, prigioniero di guerra nel campo, chiese informazioni al comune di Borgo San Siro sullo stato del luogo dal quale era riuscito a fuggire e che intendeva rivedere. In seguito il Comune ha posto due targhe a testimonianza dell’esistenza del campo una nel 2005, l’altra nel 2012.
Leggenda urbana,edifici abbandonati,lasciati a se stessi,le indagini sono condotte senza asportare,imbrattare,provocare danni.
Urban legend, abandoned buildings, left to themselves, the surveys are conducted without remove, deface, damage.
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