Ex Chiesa di San Clemente del Torcello
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Ex Chiesa di San Clemente del Torcello

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S. Clemente: al Torcello, in regione Agazzino. Cappella del castrum di Torcello, già esistente nell’XI secolo, prima della fondazione della canonica regolare castrense che avvenne probabilmente nel 1096 con l’unione delle tre chiese private di S. Maria, S. Clemente e S. Nicolao . La canonica di Torcello dipendeva dal capitolo di S. Evasio di Casale; al 1153 risalgono i primi tentativi di autonomia battesimale e di elevazione a parrocchia . La chiesa di S. Clemente nel 1213 era ancora interna al castello ed aveva un chiostro . La prepositura di Torcello è elencata senza titolo negli estimi della diocesi di Vercelli, pieve di S. Evasio, dal 1299 al 1440 . Subì deterioramenti e ricostruzioni, in particolare nel 1577; fu ancora danneggiata nel sec. XVII. Nel 1723 venne ricostruito il campanile, per il quale si effettuarono altri importanti interventi nel secolo successivo . Nel 1725 la chiesa era in buon stato di conservazione, imbiancata in facciata e su tutte le pareti interne, con altar maggiore alla romana e altari laterali di S. Orsola e del Rosario forniti di quadri antichi . Per le lesioni provocate dagli scavi delle cave marnifere la chiesa venne abbandonata agli inizi del sec. XX .Con la visione aerea si identifica il tracciato di un recinto, che probabilmente circondava l’intero complesso di Torcello . Oggi è rimasto un edificio (di ca. m 29 x 8) ridotto a cascinale, in pessime condizioni e con tetto crollato, che d’antico conserva il portale rivolto a ovest e l’abside. Facciata a capanna, limitata da due lesene angolari. Il distacco dell'intonaco lascia intravedere una muratura realizzata in filari di conci di pietra da cantoni alternati a fasce di mattoni. La strombatura del portale è formata su ciascun lato da una semicolonna, una risega e una colonnina che reggono su ciascun lato capitelli lisci e incompiuti nei cui abachi sono ancora riconoscibili fregi a ovoli classicheggianti, analoghi alle decorazioni degli abachi dei capitelli dell'atrio del duomo di Casale; tale corrispondenza ha fatto ipotizzare la presenza della stessa maestranza di lapicidi nelle due chiese entro la metà del sec. XII Tra il 2007 e il 2009 sono state asportate le due colonnine più interne del portale. Il fianco destro della chiesa è nascosto da una grossa costruzione abitativa, in passato casa parrocchiale, anch'essa in avanzato stato di degrado. Dalla porzione posteriore del caseggiato si innalza un esile campanile la cui parte superiore, in stile eclettico, ha perso la guglia ancora visibile in una fotografia di Francesco Negri del 1890 . Nella parete settentrionale, che mostra segni di vari interventi edilizi e struttura mista in pietra e laterizio, vi sono due ampie monofore, di cui una tamponata; l'archivolto è costituito alternando conci di arenaria ricurvi e gruppi di uno o più mattoni disposti a raggiera, in modo simile alla bifora di facciata della chiesa di S. Pietro a Brusasco . L'abside è intonacata, divisa in tre campiture da due lesene e coronata da archetti pensili (ipoteticamente riferiti al terzo quarto del sec. XII , al di sopra la parete semicircolare è stata rialzata di circa un metro rispetto all'originale. Nelle specchiature laterali dell'abside si aprono due monofore; in quella centrale una finestra rettangolare. All’interno dell’abside, deturpata dall'apertura della finestra centrale, gravemente lesionata da ampie fissurazioni della muratura e separata dall'aula da una parete di recente costruzione, sono stati staccati agli inizi degli anni '80 del Novecento resti di affreschi disposti su tre strati, di cui i due più superficiali erano ascrivibili al XIV-XV secolo (ritraevano santi, tra cui identificabile S. Matteo) ]. In anni più recenti la caduta di una soletta che nascondeva il catino absidale e il distacco di parti di intonaco, hanno lasciato intravedere nella calotta, al disotto di un dipinto murale superficiale a finti cassettoni con rosette incastonate, lacerti di affreschi più antichi e un disegno preparatorio a carboncino, probabilmente raffigurante Cristo nella mandorla. L'aula è divisa in due campate; la campata orientale presenta ancora l'innesto di una volta a crociera a costoloni rettangolari (soluzione che a sua volta indirizza verso la metà del sec. XII)

Leggenda urbana,edifici abbandonati,lasciati a se stessi,le indagini sono condotte senza asportare,imbrattare,provocare danni. Urban legend, abandoned buildings, left to themselves, the surveys are conducted without remove, deface, damage.
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