Mostro di Firenze - L'omicidio di Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot, Scopeti
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Mostro di Firenze - L'omicidio di Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot, Scopeti

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L'ultimo duplice delitto (quello su cui si hanno più particolari e riscontri[49]) avviene nella campagna di San Casciano Val di Pesa in frazione Scopeti, all'interno di una piazzola attorniata da cipressi, attigua ad un cimitero, in cui erano solite appartarsi le giovani coppie.[50] Le vittime sono due giovani francesi, Jean-Michel Kraveichvili, musicista venticinquenne, e la trentaseienne Nadine Mauriot, commerciante, madre di due bambine piccole recentemente separata dal marito, entrambi provenienti da Audincourt.
Le vittime sono accampate in una piccola tenda ad igloo a poca distanza dalla strada. L'omicidio è stato fatto risalire da taluni alla notte di domenica 8 settembre 1985, da altri a quella tra sabato 7 settembre e domenica 8 settembre 1985, considerazione motivata con la presenza sui cadaveri delle vittime di larve di mosca che necessitano di almeno 25 ore di tempo per svilupparsi[46] e col fatto che Nadine Mauriot aveva avvertito i parenti in Francia che sarebbe rientrata dalla vacanza al più tardi domenica sera per accompagnare a scuola le figlie il giorno successivo e riaprire il negozio di sua proprietà.[51] Una coppia che si era appartata nella piazzola del delitto nelle prime ore del pomeriggio di domenica 8 settembre 1985 riferì di aver notato la tenda delle vittime all'interno della quale sembrava esservi una persona distesa; riferirono anche di "un nugolo di mosche" e di "cattivo odore" nella zona, tanto che proprio per tali motivi i due ragazzi decisero di andarsene.
Le modalità dell'aggressione sono simili a quelle precedentemente messe in pratica dall'omicida, eccettuato il fatto che in questo caso, le vittime non si trovavano in auto ma in una tenda piantata vicino alla propria Volkswagen Golf: il mostro, dopo aver forse reciso con un coltello il telo esterno della tenda sulla parte posteriore, si sposta verso l'ingresso della tenda e spara. Nadine muore all'istante, il giovane Jean-Michel, ferito non mortalmente, riesce ad uscire dalla tenda e a fuggire di corsa in direzione del bosco, ma viene raggiunto dall'omicida che lo finisce a coltellate e poi ne occulta il corpo, cercando di nasconderlo tra alcuni rifiuti poco distante dalla tenda. Dopo averlo estratto dalla tenda per effettuare le mutilazioni sul pube e sul seno sinistro, anche il cadavere della donna viene in qualche modo occultato e risistemato all'interno della tenda in modo che non sia subito visibile. Il modus operandi particolare attuato dall'omicida in quest'ultimo delitto lascia presupporre che l'assassino avesse l'intento di ritardare il più possibile la scoperta dei corpi. Un brandello del seno della ragazza viene spedito alla Procura della Repubblica di Firenze in una busta anonima con l'indirizzo composto da lettere di giornali ritagliate, indirizzato alla dottoressa Silvia Della Monica, PMincaricato delle indagini sul mostro.[53] La scoperta dei corpi avverrà, per puro caso, due ore prima che la lettera giunga in Procura vanificando così il perfido piano dell'omicida che probabilmente voleva annunciare agli inquirenti l'avvenuto ultimo duplice delitto attraverso la sua stessa macabra missiva. Poche settimane dopo il delitto, il 2 ottobre, giunsero in Procura tre buste anonime indirizzate ai tre sostituti procuratori Pier Luigi Vigna, Paolo Canessa eFrancesco Fleury. Le tre buste contenevano la fotocopia di un articolo ritagliato dalla "Nazione", una cartuccia marca Winchester calibro 22 serie "H", e un foglietto di carta bianco piegato in due con scritto: "Uno a testa vi basta". Gli esami biologici evidenziarono che sui lembi delle tre buste c'erano tracce di saliva che diedero esito positivo di appartenenza a soggetto con gruppo sanguigno A
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