La Villa del Bambino Urlante Tributo a Dario Argento Torino
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La Villa del Bambino Urlante Tributo a Dario Argento Torino

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Villa Scott è un edificio storico di Torino situato nella zona di grande prestigio della pre-collina, nel quartiere Borgo Crimea (zona sud di Borgo Po). Oltre ad essere un mirabile esempio di Liberty torinese, è una delle opere di maggior interesse dell'ingegner Pietro Fenoglio. L'urbanizzazione della collina torinese risale tra gli ultimi anni dell'Ottocento e i primi anni del Novecento, caratterizzata da ville nobiliari e alto borghesi. Fu costruita su progetto del torinese Pietro Fenoglio nel 1902, avvalendosi della collaborazione del prof. Gottardo Gussoni, su commissione di Alfonso Scott, al tempo amministratore delegato della Rapid, una nascente industria automobilistica oggi scomparsa. Alla morte del proprietario la villa entrò nelle disponibilità dell'ordine delle Suore della Redenzione, che adibirono la struttura a collegio femminile, noto con il nome di Villa Fatima. Al principio degli anni duemila, la villa è stata acquistata da privati che, dopo uno scrupoloso restauro conservativo, hanno restituito lo splendore originario; attualmente la villa è dunque una residenza privata. La villa è ubicata ai piedi della collina torinese sull'asse di Corso G. Lanza, in un contesto residenziale esclusivo ed è immersa nel verde dell'ampio giardino circostante. La struttura è caratterizzata da una pianta assai articolata, arricchita dai più ricercati stilemi Liberty, che trovano la loro espressione in un trionfo di logge, bovindi, vetrate e decorazioni floreali.Un'elegante e sinuosa scalinata troneggia davanti l'ingresso principale: in questo elemento di influenza hortiana si può notare la bravura di Fenoglio nello sfruttare al meglio i ben ventiquattro metri di dislivello che intercorrono tra il cancello di entrata e il limitare del giardino superiore. Questa ripida conformazione del terreno deve probabilmente avere ispirato Fenoglio, che concepì l'edificio come un armonioso alternarsi di corpi di fabbrica che presentano, in ciascun prospetto, tipici elementi Liberty, caratterizzati da cornici in litocemento fitoformi e ampio uso di ferro battuto.I due corpi laterali a torretta sono raccordati ad un prominente bow-window centrale, sormontato da un terrazzo, cui corrisponde un modulo arretrato più basso. La facciata principale si presenta ricca di elementi decorativi ma si alleggerisce progressivamente aumentandone lo slancio. L'ingresso è ubicato sul lato sinistro, preceduto dall'ampia scalinata, mentre l'ala destra si erge per quattro piani fuori terra ed è scandita da tre ordini con finestre espanse a tre luci, una delle quali a forma ellittica, tutte caratterizzate da ricchi di motivi floreali in stucco. L'ala sinistra, invece, è a due ordini ed è di soli tre piani.La distribuzione degli ambienti interni della palazzina è più tradizionale, malgrado la pianta irregolare. Le decorazioni interne prevedevano originariamente una varietà di stucchi floreali e un largo uso di tappezzerie e legno per la realizzazione di boiseries e pavimenti. Al piano terreno (seminterrato sul retro per effetto del dislivello del terreno) ospitava originariamente i locali di servizio come la cucina, la dispensa, la cantina e l'impianto di riscaldamento. L'appartamento padronale si sviluppava invece attorno alla grande sala di ingresso alta due piani, aperta sullo scalone e rivolta verso il giardino. Ad esso erano collegati il grande salone, gli ambienti di soggiorno del primo piano e le camere da letto, con relative stanze da bagno e spogliatoi al secondo piano. Infine, l'ultimo piano ricavato nel sottotetto, era destinato al personale di servizio.Nel 1974, l'edificio fu usato per alcune scene del film di Dario Argento Profondo rosso. È infatti la lugubre villa del bambino urlante, dove Marc (David Hemmings) rinviene il cadavere e trova il disegno dell'assassinio sotto l'intonaco. Nella finzione del film l'abitazione non è situata a Torino, bensì nelle campagne intorno a Roma.Per girare le scene la produzione pagò un periodo di villeggiatura a Rimini alle Suore della Redenzione ed a tutte le ragazze allora ospitate nel collegio
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